Arezzo, 14 Ottobre – Attualmente non sono disponibili studi riguardanti la continuità assistenziale territoriale nei confronti dei pazienti affetti da patologie croniche durante la pandemia di COVID-19, lo scopo dello studio è quello di analizzare il lavoro svolto dall’assistenza infermieristica territoriale, somministrando un questionario per via telematica ai cittadini residenti nel territorio nazionale.
Materiali e Metodi:
Per l’indagine è stato costruito un questionario capace di fornire dati trasversali e retrospettivi per quanto riguarda la percezione dell’assistenza infermieristica a livello territoriale da parte dei pazienti e dai loro caregiver durante il periodo pandemico.
I dati ottenuti dal questionario sono stati rappresentati su grafici con percentuali.
Analisi e discussione dei principali Risultati di Interesse Infermieristico:
Il questionario somministrato per via telematica ha raggiunto un numero complessivo di 220 unità, reclutate in tutto il territorio Nazionale, dove la maggior parte (55%) risulta essere appartenente alla categoria dei pazienti, mentre la risultante (45%) della categoria dei caregiver.
La maggior parte dei soggetti che ha compilato il questionario risulta essere di sesso femminile (83%), i quali presentano un’età media nel range di 36-65 anni (61,36%). Questo conferma, come evidenziato da differenti studi, che le patologie croniche colpiscono soprattutto il sesso femminile e, al contempo, il carico assistenziale e il ruolo del caregiver sia soprattutto ricoperto da una donna.
Per quanto riguarda la percezione dell’assistenza infermieristica nella continuità assistenziale durante la pandemia di COVID-19, non è stata tutto sommato positiva.
Dall’analisi dei dati si è potuto vedere come i pazienti che hanno una discreta paura nell’essere esposti al SARS-CoV-2 (42,5%) non abbia paura invece di ricevere personale sanitario nella propria abitazione (38,34%). Questo ci fa capire come il paziente e il caregiver vivano la continuità assistenziale come una loro esigenza e, di fatto, questo dato lo si può riscontrare nelle risposte date durante la compilazione del questionario, dove il 38,18% dei soggetti ha risposto che la mancanza/riduzione della continuità delle cure ha gravato sulla propria condizione patologica.
Conclusioni:
I dati finali evidenziano la necessità di integrare un sistema di continuità assistenziale, come il Chronic Care Model e mettono in risalto come l’integrazione dell’infermiere di famiglia e di continuità, sia una prerogativa di fondamentale importanza, che andrebbe a migliorare la qualità di vita degli assistiti, a prevenire eventuali complicanze dettate dalla patologia e a ridurre lo stress del caregiver.