Il fenomeno della violenza; il Codice Rosa e la sua trasversalità

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Perché parlo di TRASVERSALITA’? Perché la violenza è così, può colpire chiunque di noi, dei nostri familiari, dei nostri amici o dei nostri conoscenti. Ma non è solo trasversale è anche ENDEMICA, perché diffusa e radicata su ogni parte del mondo; è SOTTOSTIMATA a causa dell’elevato numero delle persone che non denunciano; è MULTIDIMENSIONALE perché richiede l’attivazione di molteplici figure professionali; CULTURALE perché la violenza affonda le sue radici su un modello culturale non ancora superato e difficile da contrastare in molte culture. Il Codice Rosa nasce a Grosseto nel 2008, grazie alla Dottoressa Vittoria Doretti e alle altre figure professionali che desideravano un radicale cambiamento per rendere più efficiente ed umano un essenziale servizio per i cittadini. Successivamente è stato esteso a tutte le strutture sanitarie della Toscana e con la delibera 1260 del 05/12/2016 si approva la costituzione della Rete Regionale Codice Rosa.
Il termine “ROSA” porta spesso le persone ad una errata interpretazione pensando che il percorso sia solo per le donne ma in realtà viene preso in carico chiunque sia vittima di violenza o di crimini di odio a prescindere dall’appartenenza. In linea con quanto previsto dalla DGRT 1260, l’Azienda USL Toscana SUD EST ha approvato la progettualità aziendale per l’accoglienza delle vittime di violenza nelle 72 ore successive alla dimissione dal Pronto Soccorso, inoltre la giunta regionale Toscana DGRT 145/2016 ha formalizzato come rete tempo dipendente. Il 19 luglio 2019 verrà emanata la Legge N69-GU N173 soprannominata “CODICE ROSSO”; importanti modifiche al Codice Penale, al Codice di Procedura Penale e a altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Il Codice Rosso deve essere inteso al fine di dare priorità e protezione in ambiente sicuro a tutte le vittime che denunciano, con rapida attivazione delle forze dell’ordine e del sistema giudiziario che si attiveranno alla ricezione della notizia di reato. Nel 2017 sono stata nominata con Decreto, Referente Infermieristico per il 118 Area aretina e il mio lavoro per il Codice Rosa iniziato nel 2014 ha avuto ulteriore spinta, c’era bisogno di formazione, di confronti, di condivisione e di DATI. Grazie alla cabina di regia di Grosseto iniziamo dei percorsi formativi regionali, Master in Codice Rosa, condivisione di procedure e protocolli e confronti tra le varie professionalità coinvolte. C’era necessità di fornire dati al fine quantificare il problema quindi con l’aiuto di colleghi esperti in informatica e con l’appoggio della Direzione del 118 (oggi Emergenza Sanitaria 112) dal 2020 noi area aretina, siamo in grado di fornire dati sulla gravità del fenomeno nella nostra area, sui soggetti coinvolti, sui codici di triage e di riscontro dopo l’arrivo del mezzo di soccorso e sulla loro destinazione. Abbiamo ancora tanto lavoro da fare ma non ci vogliamo fermare e la formazione e la consapevolezza del problema sono l’unica arma.

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